I miei libri (2)


ISTANTANEE
 
Dallo splendore della costa sud orientale del Brasile al meno conosciuto entroterra cubano passando per il lusso dell'emirato più celebre al mondo e per la soave atmosfera del paese del Sol Levante. Un percorso che si snoda nel caos di moderne metropoli quali New York, Tokyo e Rio de Janeiro e che, lambendo le placide acque di Grecia e Turchia, giunge là dove il genere umano conobbe la sua più grande vergogna. Luoghi celebri e meno celebri, illustrati mediante una sequenza di diciotto racconti di viaggio che hanno il sapore semplice di un mazzo di cartoline intime e riflessive.

Dopo Al di là della strada, un nuovo esercizio di narrativa da viaggio?
In realtà quasi tutto ciò che è presente in Istantanee è stato scritto prima di Al di là della strada comunque si, è questo il filone che attualmente sto perseguendo.

Come mai?
La risposta è piuttosto semplice. Costruire un romanzo di fiction da zero come feci nel Crepuscolo dell'innocenza richiede tempo e pazienza. Ultimamente ahimè il tempo che ho a disposizione per la scrittura è molto poco percui fare narrativa da viaggio è una pratica più rapida.

Com'è nata l'idea di pubblicare una sequenza di racconti?
In realtà avevo già pubblicato qualche racconto sciolto su un sito commerciale. Scrivendo Al di là della strada mi sono reso conto che avrei potuto riprendere quei racconti e renderli più ricchi. Perciò li ho rivisti, corretti e rimpolpati e mi sono trovato davanti circa una cinquantina di pagine. Troppo poche per poter essere "libro", troppe per poter cadere nel dimenticatoio. E così sono andato avanti a scrivere di altri posti, di altri luoghi.

Tutti luoghi in cui sei stato?
Tutti luoghi in cui sono stato, scritti con la stessa finalità di Al di là della strada ovvero prendere per mano il lettore e portarlo sul posto, dargli informazioni.

Lo dici come se fosse una missione...
Beh, si. Sono fermamente convinto che noi individui cresciamo, come persone, mediante la conoscenza di ciò che ci circonda confrontandoci in modo costruttivo con quanto di meglio (e magari anche di peggio) la società è riuscita a produrre ad altre longitudini e ad altre latitudini. Questa è la mia motivazione più intensa quando scrivo narrativa da viaggio.

Dici che l'esperimento è riuscito?
Non saprei. Come dice il titolo io ho "scritto delle fotografie", non ho fatto un saggio che paragonasse la realtà italiana all'estero, anche se non è escluso che non possa farlo in un futuro progetto. Inoltre i racconti  sono tutti molto diversi tra loro. Al di là di quello più strano, scritto "in loco" in prima persona e su carta (poi trascritto su Word volutamente senza cambiare una virgola) quelli più vecchi sono più elementari, più essenziali, mentre quelli nuovi sono più ricchi, più diluiti. Comunque l'esperimento continua.

In che senso?
Nel senso che la stesura di un Istantanee Volume II è ben oltre la metà strada.

Sulla copertina questa volta non c'è una foto da te scattata...
Si e no. E' un'elaborazione che ho fatto io, molto sempliciotta a dir la verità. Se avessi avuto altri mezzi a disposizione poteva venire meglio. Vuole rappresentare un tavolo di legno con una bussola e delle polaroid sparpagliate. Per quel che si vede, le foto sparpagliate sono comunque scattate da me.

Di seguito, un passaggio...
<<Ci spiega subito che a Cuba molte case sono trascurate all’esterno ma non all’interno, perché la gente che si può permettere un certo tenore non vuol far vedere al regime come se la passa. Neanche a farlo apposta, dopo cinque minuti già parliamo di regime. Ci dice degli unici canali televisivi statali, due, dai quali Fidel Castro parla alla popolazione ogni Giovedì. Quella sera era proprio giovedì sera e quando Giovanni sente una voce dall’altra stanza della casa sorride, indica le sue spalle e fa "Sentite? E’ lui. E’ lui che sta parlando ora, adesso."
Sento qualcuno che parla in spagnolo. Sono parole indistinte ma un brivido mi attraversa lo stesso.>>





FRAMMENTI DI NOVECENTO

Quando chiesi a mia nonna quale fosse il suo ricordo più vecchio era una domenica mattina di primavera. Entrò nella mia stanza in vestaglia, si accomodò ai piedi del letto e rispose alla mia domanda. Quello che mi raccontò fu quanto di più diretto potessi ascoltare per capire come il mondo fosse andato avanti di un secolo davanti ai suoi stessi occhi.

Un libro molto personale.
In effetti si. Non credo che ce ne saranno altri.

In che senso?
Nel senso che non è facile esternare sensazioni che si vorrebbero tenere soltanto per se stessi. Tuttavia la storia che mi raccontò mia nonna meritava di essere condivisa.

Come nacque l'idea del libro?
Con una domanda. Quando mia nonna era a casa mia rimaneva sempre molto incuriosita dal computer e dalle cose che questo misterioso oggetto poteva fare. Per lei era incomprensibile come utilizzando una scatola e un video si potesse scrivere, fare calcoli, leggere giornali, ascoltare musica, giocare, compiere ricerche e così via. Mi è venuto spontaneo pensare a come potesse essere la sua adolescenza e così le ho chiesto di punto in bianco quale fosse il suo ricordo più vecchio. 

E lei che ha risposto?
E' scritto nel libro.
Scherzi a parte, non è importantissimo ai fini della trama. Mi ha risposto, ho cominciato a scrivere, su carta, e a farle domande. Poi il resto è venuto da sè. La domanda è stata solo un espediente che mi consentisse di agganciarmi al vero fulcro della storia.

Che sarebbe?
Una storia d'amore tra lei, ragazza dell'isola de La Maddalena, e un marinaio veneto, che poi sarebbe mio nonno.

E' il racconto di un matrimonio dunque?
Non proprio. E' un racconto, questo si. In effetti non è un romanzo. Però non si sofferma sulla cerimonia in sè ma cerca di essere una cronaca fedele di una sequenza di peripezie che lei stessa dovette passare prima di realizzare il suo sogno. Intraprendere in piena seconda guerra mondiale un viaggio dall'isola de La Maddalena alla Sardegna, poi da Olbia a Civitavecchia, da Civitavecchia a Venezia, da Venezia a Treviso e infine a Varago, un minuscolo paese di campagna, non fu una passeggiata. E io ho voluto che fosse fissata su carta questa sua testimonianza che altrimenti sarebbe andata perduta.
E' questo il Frammento del novecento del titolo.

Ed è lei, in copertina.
Si, esatto. Una foto scattata per celebrare i suoi diciotto anni.

Tua nonna poi l'ha letto, il libro?
No, non ha fatto in tempo. Ma le sarebbe piaciuto perchè è fedele a quanto da lei raccontato. Alcune frasi,  quelle virgolettate, sono proprio come me l'ha raccontate lei. Ora la memoria potrà avergli giocato qualche scherzo ma per certi particolari aveva una luce, negli occhi, che lasciava capire come certi ricordi fossero marchiati indelebilmente nella sua memoria.

Di seguito, un passaggio...
<<Nella tranquillità di quella limpida giornata di sole, nel silenzio dell'appartamento dei miei genitori, nell'intimo della mia camera da letto sentivo che era arrivato il momento giusto per farmi raccontare qualcosa.
Pertanto scostai lo sguardo dal computer e mi girai verso di lei a osservarla mentre si guardava le mani poggiate in grembo.>>




ISTANTANEE - Volume 2

Dalle estreme province orientali dell'Impero Romano alla città che ne raccolse il testimone passando per assolati luoghi biblici e ventosi isolotti dell'arcipelago delle Cicladi. Un itinerario bizzarro che spazia dal Nord Africa al Nord Europa per arrivare al di là dell'Atlantico al cospetto di uno dei più maestosi spettacoli mai creati dalla natura. Luoghi celebri e meno celebri, illustrati come nel primo volume mediante una sequenza di racconti di viaggio che hanno il sapore semplice di un mazzo di cartoline intime e riflessive.

Come mai la scelta di fare un volume 2?
Perchè, grazie a Dio, continuo a viaggiare.

Possiamo parlare letteralmente di proseguimento del primo volume?
Si. L'idea è esattamente la stessa. Racconti brevi scritti di getto, sull'onda del ritorno dal viaggio.

Le destinazioni sono tutte nuove?
Si, il lettore non troverà luoghi "fotografati" nel volume precedente. L'unico punto in comune tra i due sono le isole greche, un mio appuntamento fisso di settembre.

Ce n'è qualcuno in particolare a cui sei più legato?
Se parliamo dei racconti devo dire che durante la correzione della bozza alcuni mi sono sembrati orribili e altri molto buoni. Ma immagino sia una cosa normale e vorrei che a decidere fossero i lettori. Se invece parliamo dei posti visitati allora la risposta è si, più di uno.

Qualche esempio?
Le cascate di Iguazù, al confine tra Argentina e Brasile, Petra in Giordania e Palmyra in Siria.

Cambiamo discorso. La copertina è più elaborata.
In realtà questo è quello che avrei voluto rendere anche sulla copertina del primo libro. Nel primo volume misi poche foto, lo sfondo di un tavolo e una bussola. Qui, grazie ad un programmino un po' migliore, ho aggiunto più foto e lo sfondo di una cartina geografica. Mi piace abbastanza com'è venuta.

Quando uscì il primo volume avevi già anticipato che sarebbe uscito il secondo. Ce n'è per caso un terzo?
No, al momento non ho neanche un racconto di viaggio nel cassetto, nè un viaggio all'orizzonte. E dunque posso dedicarmi a concludere un altro progetto in sospeso.

Puoi anticipare qualcosa?
Un altro libro di racconti. Tuttavia dopo la parentesi dei viaggi torno nel mondo della ficion con qualcosa di completamente inventato.

Parentesi viaggi chiusa? Cos'è, un ripensamento?
Tutt'altro. Le prime cose che ho scritto sono fiction. E siccome divoro libri thriller, horror e gialli da quando avevo sedici anni, posso affermare con cognizione di causa che ho sempre sognato di poter raccontare un giorno storie da me inventate. Poi, la scintilla sui viaggi è scoccata quando avevo già molto materiale, per questo è stata una parentesi lunga. Comunque come s'è chiusa si riaprirà.

Di seguito, un passaggio...
<<Una desolazione che è attenuata di giorno dal brulicare dei turisti e che poi esplode di pomeriggio, più precisamente al tramonto, perché questo è uno di quei posti che al tramonto si infuoca, prendendo colore in ogni suo elemento come fosse la tela magica di un pittore impressionista. Chissà cosa avrebbe dipinto Monet se fosse mai giunto da queste parti. Le montagne da ocra diventano quasi gialle, il sale depositato dalle acque sulle rocce vira dall’avorio al bianco e il lago stesso assume le sembianze di uno specchio di olio scuro, con timide increspature che lo fanno sembrare un lenzuolo di seta nero sulla cui superficie si stampa la palla di fuoco del sole.>>