I miei viaggi

In Europa tutto ebbe inizio con l'attraversamento in macchina dell'Austria, direzione Ungheria. Innsbruck, Graz, Vienna e soprattutto Salisburgo, gioiello abbracciato dalle montagne innevate, sono pervase da un'atmosfera ovattata difficile da dimenticare. L'arrivo a Budapest fu spiazzante, perchè non era ancora caduto il muro di Berlino percui il mio ricordo è quello di una città assai elegante che fronteggiava, seppur dignitosamente, un preponderante grado di fatiscenza.

Negli anni immediatamente a seguire ebbi modo di attraversare la Germania da sud a nord visitando principalmente Monaco di Baviera e una sorprendente Norimberga prima di approdare nell'asettica Svizzera, nel Lichtenstein, e infine a Copenhagen, toccata mordi e fuggi una sera d'estate, in marcia verso la Svezia. Dopo aver visto il tramonto di mezzanotte sul traghetto nel Mare del Nord tra Helsingor e Helsingborg constatai la perfezione del paesaggio svedese prima a Kalmar e poi a Stoccolma.
Parigi, conosciuta grazie ad una gita liceale, e rivista un paio di volte successivamente, è stata punto di partenza per un giro che comprese i castelli della Loira e le regioni di Normandia e Bretagna.
Qualche anno dopo fu Olanda: Amsterdam, L'Aia, Volendam, Utrecht e i paesini al nord della diga. Tutto incantevole. E poi fu la volta della Scozia, semplicemente uno dei paesi più belli del mondo in cui si respira ancora l'atmosfera di un certo William Wallace. Una terra che con le sue deserte e verdeggianti vallate bagnate da misteriosi laghi e ornate da splendidi castelli è ancora oggi assolutamente indimenticabile.
In Spagna ho trascorso un capodanno a Madrid, sontuosa capitale, e ho visitato Barcellona, graziosa bomboniera sul Mediterraneo. Inoltre, per rimanere nella penisola iberica, complice un ritardo in una coincidenza aerea per il Sud America ho trascorso un'intensa giornata in quel di Lisbona nonchè un'interminabile mattina all'aeroporto di Oporto, nella frenetica attesa di un volo.
Dopo molti anni di attesa ho finalmente visto sia un'elegante Londra che una magnifica Istanbul anche se ultimamente l'amore si chiama Grecia, una nazione con una capitale dalla grande storia e con una moltitudine di isole una più bella dell'altra.
Infine il Belgio, con la capitale Bruxelles già sfiorata precedentemente come scalo verso una destinazione più lontata e con l'incantevole città di Bruges.


Il primo passo verso l'Africa fu invece un viaggio in Tunisia, la tiepida terra che fu patria della gloriosa Cartagine. Impossibile dimenticare le incredibili meraviglie viste l'anno dopo nell'antico Egitto navigando lungo il fiume Nilo dal Cairo sino ad Abu Simbel. Al Cairo ci sono tornato poi in un secondo tempo, ospitato in un appartamento sull'isola di Zamalek in casa di amici. Di recente ho potuto invece ammirare le mille facce del Marocco, paese che va dal fascino di Casablanca al deserto passando per le montagne dell'Atlante e le città imperiali di Féz, Marrakech, Rabat e Meknes.

Le Americhe hanno rappresentato per me il grande salto verso l'altra parte del mondo. Paradossalmente la prima tappa non fu rappresentata dagli Stati Uniti bensì dal Messico. La sterminata Città del Messico è disarmante e affascinante al contempo, tanto quanto è sublime il colore dell'oceano nella moderna Cancun e il paesaggio architettonico dei sontuosi siti maya dello Yucatan, del Chiapas e del Guatemala, paese nel quale mi sono fermato a dormire a Flores, sul lago Petèn.
Al ritorno da quel viaggio, dopo un fugace scalo in quel di Miami, non sono stato più lo stesso.
Ma anche il mondo non è stato più lo stesso.
Perchè era il 9 Settembre del 2001.
Due giorni dopo tutto sarebbe stato diverso.

Entrai comunque negli Stati Uniti qualche anno dopo, rimediando una dopo l'altra tre puntate in quel di New York City, una in quel di Chicago per assistere ad un match NBA e un lunghissimo pellegrinaggio attraverso California, Nevada, Utah e Arizona, gli stati principi del Sud Ovest.
Dopo quella sera a Miami ho rivisto i Caraibi, un'altra volta, quando con la macchina percorsi in lungo e in largo la regina delle grandi Antille, Cuba, soggiornando a Trinidad e nella capitale La Havana.

Sempre nelle Americhe, ma in quelle del Sud, sono stato nel grande Brasile, riuscendo però a vedere soltanto una parte della costa. Rio de Janeiro è senza dubbio una delle città più belle del mondo ma anche Salvador de Bahia e la sua rigogliosa costa a nord hanno ottimi argomenti per difendersi. Qualche anno dopo è stata la volta dell'Argentina, principalmente Buenos Aires, le cascate di Iguazù e la provincia di Misiones e poi dell'Uruguay, soltanto sfiorato in quel di Colonia do Sacramento.

Ma la vera scoperta è stata l'Asia.
Non tanto per Dubai, rigoglioso frutto futuristico sbocciato ai margini del deserto arabico, e neanche per le Maldive, splendide, lussureggianti, limpide e rilassanti. Siria e Giordania con le loro Palmira e Petra, gioielli del deserto, le capitali Damasco e Amman, e il Mar Morto trasudano fascino da ogni pietra ma per quanto interessante e suggestivo sia stato quel viaggio l'Asia è stata una scoperta grazie al Giappone, un paese così bello e così emozionante da spingermi a tornarci un'altra volta e forse un'altra ancora.


Infine so che non fanno testo, ma negli oltre centodieci viaggi aerei sono stati molti anche i luoghi semplicemente sorvolati, visibili dall'alto ma solo da migliaia di metri d'altezza. Riconosciuti però, grazie all'immancabile cartina che in qualche modo mi porto sempre appresso. Bermuda e il suo triangolo,  la celeste costa del Belize, l'Arabia Saudita e il suo sconfinato deserto, il moderno Bahrain, i territori ghiacciati del Canada e della Siberia, l'inospitale Iran, il bellicoso Iraq.

Perchè viaggiare è anche un po' volare.